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Le poesie del Premio Mino Maccari

Poesie 2005

Amare lontano...

Ho aperto la finestra
del tempo
su giorni di salsedine
e follie d'estate,
su cieli perduti e abbruciati
come le stoppie
nei meriggi di settembre.

Odora di vento la notte costiera
e il respiro dell'onda trattiene
la piccola mano
in quella sicura del padre.

Ascolto lìeco di voci
consumate,
disperse tra i pini,
feriti dall'ultimo sole
e nel chiaroscuro di muschi
ritrovo fantasmi di vite
vissute.

Te ne andasti, padre,
tra tuffi di rondini
e odor di caprifoglio,
cacciando nell'anima
un ultimo lembo di cielo.

E ad uno ad uno
al suono di lenti rintocchi
andarono quelli che amai
salutando il noto sentiero
che aprile ricopre di fronde.

Trasparenti sono oggi
i giorni dell'amore,
come l'aria,
come fremito d'ali,
come fumo di candela
nella nebbia.

Resto qui... dove la luna
fruga tra i rami
seminando cristalli e zolfanelli
e attendo il sorgere
di un giorno nuovo,
come fosse l'alba
di quello antico.

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Verso sera

Canto soffocato degli uccelli,
ombre che si cancellano dai muri
migrano sulle coscienze opache.
Luci accese al morir del giorno.

Brillar di stelle sull'indifferenza
di sguardi che rifuggano l'incontro.
Solitudini nel caos della città
al giungere veloce della sera.

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Ho cercato

Ho cercato la cruna dell'ago
e il cammello,
ho cercato le parole
delle preghiere dimenticate,
ma il peso
che ho nel petto
resta,
i trenta denari in me
hanno scavato
voragini.
La cruna dell'ago ho cercato
però la mia anima
è rimasta aldiquà,
in questa prigione
fatta di niente
dove cerco di diventare
piccolo, piccolo
per riuscire a passare
per riuscire ad essere uomo.

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La pietra parla

Dal Carchio pietra nacqui
per rotolar'l torrente
e al muratore piacqui
che, assieme ad altra gente
Bastion mi fece.

Ma, or che son attempata
e'l mio dover l'ho fatto,
con mie sorelle adoperata
in cornice stò a contatto
per Murales... invece.

La "pietra che parla" si trova nel bastione a suo tempo costruito
a difesa della popolazione delle Capanne dalle alluvioni.
Oggi il Bastione concede gentilmente, senza pretese, la sua
struttura per esporre opere di valenti artisti nostrani.

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Al mio Angelo
(Andrea)

Dolce mio bene, dov'eri?
Ti chiamavo per tutti i sentieri,
e portavo una ghirlanda per te,
o, mio Angelo, ma tu non c'eri.
I fiori si facevano più spenti,
alcuni cadevano per la via,
a morire di nostalgia.
Finché le mie rugose mani,
non strinsero che rami umidi.

Oh, dolce mio bene, dov'eri?
T'ho cercato per tutte le vie,
ho bussato a tutte le porte,
ma tu, mio Angelo eri dunque sperduto?

Oh, ma se qui non t'ho trovato,
sei dunque in Paradiso con Dio?
Sopporta, ti prego, se non so dimenticare.
Dicono che io sia poeta...
E dite sempre scriverò.
Se son poeta non so,
sono solo la tua mamma,
ed in cuor sempre t'avrò.

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Lanciò lo zoccolo contro le "SS"
a S.Anna di Stazzema

Genny aveva solo ventotto anni
il dodici Agosto del 1944.
Venne uccisa dai Nazisti
nella strage di S. Anna.

Di Lei resta la memoria
di quel gesto di rabbia e di odio
custodita dal figlio Mario Marsili
scampato all'eccidio di quel giorno.

Quell'impeto d'orgoglio
che spinse a scagliare uno zoccolo
di legno contro le "SS".
Eroina dei disperati.

Se lo sfilò con rapidità
e la lucidità della disperazione
e lo buttò contro l'espressione
di tetro soldato tedesco.

Sono passati quasi sessant'anni
da quel tragico giorno,
ma il coraggio di Genny diventò
quasi leggendario.

A Lei andrà la medaglia d'oro
conferitagli dal Presidente Ciampi,
riconoscimento di grande valore civile
e l'estremo gesto di ribellione di una eroica donna.

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I 50 anni di Caterina
(6 maggio 1953, ore 6.30)

Vibra nell'aria un voce di mamma
che al mondo presenta la sua bambina,
ve la presento con gioia infinita
«E' Caterina il mio amore di vita»
quella piccina sorride serena
mentre già vede il suo futuro...
«Sarò ballerina... e mamma felice»
passano gli anni e niente si avvera.
Che delusione! Che amaro destino...
Ma credo che al mondo non serva ballare.
Ho 50 anni e voglio cantare...
Amo la vita che mamma mi ha dato
con grande gioia quel giorno lontano.
Oggi ho nel cuore un grande amore...
Amo ogni cosa che posso sfiorare.
Per me l'amore è gioia infinita
per chi come me
ama la vita!!!

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Arselle

Simpatico mollusco marino
fra i mitili il più cantato
in calda stagione
spirale di fragranti profumi.
E come un bacio
riassaporo il gusto
di una splendida spiaggia,
poco gremita,
dove gli amori giurati
tra le soffici dune
riempivano di passione
i nostri giovani anni.
Più lontano, nel mare,
il "ferro" intanto
continua a cercare
quel "dono stupendo".

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Amalia

Occhi
nel tuo sguardo
strisciano
dentro
il soffio notturno
della mia pelle.
Quasi il buio
della tua rugiada
dissetasse di fuoco
l'ultima goccia
di sterile sangue.
Forse resterai
oggi almeno
unica piuma
nel mio cuscino.

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Lu sule susu lu mare

Ia tantu ca tu mare nu' vitia
e te 'nu ndoru te sale pijai ddhra via.
Era te settembre 'na mane mprima
ca fosi 'spiratu pe' sta rima;
cu la mare tenanti quannu 'rriai,
vitti 'na cosa ca nu' critia mai:
lu sule susu lu mare 'nipuggiatu
e cu lu focu cchiu picca ddumatu;
forsi te lu cielu se n'ia scisu?
Certu ca nui tutti l'imu 'ccisu
musciannuli tante te ddhre purcate
ca mancu lu tiaulu l'ia pinsate!
Puru ddhru sule forsi s'a straccatu
vitennu l'ommu tantu traujiatu
ca nu' capisce cchiui ce sta face,
luntanu te l'amure e te la pace.
Ddhru sule cussìne susu lu mare
a fine te lu munnu parla musciare,
era sala 'ngannu, nienti te veru,
ma se aggiu ddessere propriu sinceru
ddhra fine c'aggiu prima muntuata
osci vitìa certa miritiata.

Traduzione della poesia "Lu sule susu lu mare".

Era da tanto che il mare non vedevo
e di un profumo di sale presi quella strada.
Era di settembre una mattina presto
che fui ispirato per questa rima;
con il mare davanti quando arrivai,
vidi una cosa che non credevo mai:
il sole sopra il mare appoggiato
e con il fuoco meno acceso;
forse dal cielo se n'era sceso?
Certo che noi tutti l'abbiamo ucciso
mostrandogli tante di quelle stoltezze
che neanche il diavolo le avrebbe pensate!
Anche quel sole forse si è stancato
vedendo l'uomo tanto travagliato
che non capisce più cosa stia facendo,
lontano dall'amore e dalla pace.
Quel sole così sopra il mare
la fine del mondo pareva mostrare,
era solo effetto, niente di vero,
ma se debbo essere proprio sincero
quella fine che ho prima menzionata
oggi vedrei certo meritata.

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Sognando a occhi aperti

Le nòtte prima de Santa María
quele nottate estive cugì bèjie
che al célo troppo carico de stèjie
'un ghjie par vero de schjiaffàlle via,
per ognuna che al casca a cc'è un segreto
drento la còa che a sse porta dréto.

Dieci agosto: per fa un_e_spirimento,
curiosa de sapere, a hó fissato
i ghji occhji in direzzion del firmamento
pregando de re_'ndare nel passato.
I_ ll'ànne avvero i ghji astri una potenza,
o è solo frutto de la fantascénza?

Fatto sta che a revedo quela amica
che ogni giorno, affacciata a le finestre,
spesso al cantava de una storia antica
verzo el bosco odoróso de ginestre.
Anima che, a le anime viandanti,
al dispenzava gioia coi sso canti.

Anche de sera, sotto la montagna
tutta d'argento per la luna piena,
a sse perdéa verzo la campagna
e_j_èco de una vecchjia cantiléna:
una vocetta carica d'amore
a tt'arivava dritta dritta al córe.

E tutto questo i mme paréa vero,
ma intanto a strulicào ch'èra la pròa
che la vita d'un tempo a ss'a_retròa
purchè tu vàca aréto col penziero.
E la memoria al fa vede' sul serio
quel che i ghjiè solamente un desiderio.

Ben presto la vision a j_è sparita
ne la volta celeste inesplorata;
e_j_universo, avaro, i ll'ha carpita
non appena a'l'aéo immaginata:
un sogno reentrato a man a man
ne le nebbie de un mondo ormae lontan.

Ma hò revisto e_j_època più bejia
drento la fredda luce de una stèjia!

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L'amìo di Livorno

Ner mezzo all'erba verde di 'uer prato
'n quella piazza 'he 'r mondo nun hà uguale,
ora 'he so a riposo penzionato
'or bollettino mi traccheggio 'r tempo
seduto su gradini der sagrato.

Par d'esse all'ONU:
ingresi, ameriani, filippini,
tedeschi, dall'Australia e dar Giappone,
'ontinuo andirivieni di persone
che scattan foto e girano firmini.

Tutti 'or capo ritto a rimirà
l'opera 'he 'r Bonanno iniziò giusto
in tempi ormai remoti.
E data la bravura dell'artista,
la torre un vor sapenne di 'ascà.

Mentre guardo rivà le gente a frotte
venute a Pisa un po' da tutto 'r mondo,
un posso fa più a meno di penzà
a un amìo d'infanzia e di ribòtte.
Si 'hiama Otello, pisano 'ome mè
ma stà a Livorno.

'Uando lo vedo mi si strizza 'r cuore:
del labronio sale hà preso tutto.
Mi dice sempre: «Boia deh, Gino,
Livorno è 'nartra 'osa,
c'è 'r porto, er mare 'oll'aria sarmastrosa.»

Mi guardo 'ntorno turbato da 'n penziero,
ma vedo le "tre grazzie" sur tappeto:
una 'he pènde, er domo, er battistero
in un contesto scènio da sballo
'he tutto 'r mondo viene a rimirallo.

Però a penzacci bene 'aso strano,
'uarcosa di famoso 'hann'anche loro
ma un sono e 'uattro mori...
'Uando rivedo Otello glielo dio...s
Stà ner bicchiere 'hiuso 'ndella mano.

E' 'r ponce a vela,
rimèghio universale 'ontro tutto:
fa sparì 'r male, ti fa diventà sano.
Se lo bevi d'inverno, ti mette 'r fòo addosso
'he un emporta nemmeno der pastrano.

Ora 'hiudo 'r discorzo veramente
perché fori 'he quello, un c'ianno niente.

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Ej'uva dei soprocchj

Quande la fin de Agosto a s'avvicina
oh ma' me!!! A sson già sgomento,
come tu metta i pè n'duna cantina
i gh'jè sempre el solito argomento.

Assettati al taulin, chi s'a rida e chi fa le cioncie
a c'è gente che a sse ferma anche s'ha freccia
chi al dice: Ho già torzato le bigonce.
e chi: A me l'ha ruinata la corseccia!

«Me a sson ndato nella vigna eier matina,
a dare el zolfo e ej'acqua ramata,
de siguro a ma preso la farfallina
perchè a l'ho vista tutta slimacata.»

Quest'anno me una coghjo, proprio un posso
_l dice el Meson della Parateja.
A me l'ha intaccata el ragnetto rosso,
è agra come el vilin, un'è per gnente beja!!!

El Chjò che i ten la vigna come s'al fusse un fanto,
i parla alle vighje come con i cristian
un gh'je ne importa se del vin u ne fa tanto
innanzi pogo, ma che i sia forte e san.

Intanto arriva el Tony, quagi de sfuggita
i lerfi i gh'jarivene ai j'orecchj:
Me la butticeja a l'ho già riempita,
ho voluto fà come al fea i me vecchj.

Con la boccia in ma e i bicchjeri già alla bocca
chi gh'je senta el gusto tondo e chi quadrato,
Da de man sennonche un te ne tocca
i me dice Cencetti e j'Avvocato.

Lu el vin i l'ha fatto a Nappiato
i gh'ja mescolato virmintin e balsachjna
el più bon i gh'jè come el meschjato
quejo più tristo i fà vinì la peja de gaghjna.

El Pirò e Roveno i fan solo la presenza
i pighjene el tabacco e i rullen la cartina
le so vigne un possen fà la concorrenza
si voghjen del vin bon i denne stà in cantina.

Però anche se i gh'jè vin de uva dei soprocchj
come a se spiega che in capo alla sera
a chi i gh'je va alla testa a a chi ai ginocchj
come si gh'jessen buto del Chianti e del Barbera!!!

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Magia sul mare(in dialetto vicentino urbano)

Note, note de magia...

El mare cuna
na barcheta e i so sospiri
fin che in cel la luna tonda
spiòcia 'e tenarèsse
de do tusi inamorà.

Ai chéi basi, a chéi strucòni
anca le onde le se inmàga
e rancùra, uno a uno
i s'ciantìsi de le stele.

Desso el mare
sluse e trema
desmissiando veci sogni...

Traduzione:"Magia sul mare"

Notte, notte di magia...

Il mare culla
una barchetta e i suoi sospiri
mentre in cielo la tonda luna
spia le tenerezze
di due ragazzi innamorati.

A quei baci, a quelle strette
persino le onde si incantano
e raccolgono, uno a uno
gli sfavillii delle stelle.

Ora il mare brilla e trema
risvegliando vecchi sogni...

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Alla mia cara maestra

Una rosa
non riesce ad esprimere
la tua bellezza;
una nuvola nera
non riesce a coprire
i tuoi bei pensieri;
una farfalla
non riesce a volare tanto in alto
dove arriva la tua gentilezza;
la conoscenza
non riesce a limitare
la tua voglia di conoscere;
una coppa
non riesce a premiarti abbastanza...
Sei la sola persona
che può vincere,
dipingendo la vita dei bambini
e dedicando le tue esperienze
a chi vuole sapere...
All'inizio della scuola
la mia vita era bianca,
come questo vestito.
Poi, sei arrivata tu
e hai colorato il mio cammino!!!!!!!

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Povero cagnolino

Sono un cagnolino
tenero e carino
ma purtroppo
il mio padroncino
mi ha abbandonato in un cestino.
«Se vuoi essermi d' aiuto
vieni qui e fammi un saluto!
Poi se ti piacerà
la mia casa
anche tua sarà!»

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Mente

Aglomerato d'idee che
si susseguono l'uno con l'altro,
funzione vitale
che aiuta a ragionare,
attenzione del pensiero,
sentimento,
stimolo di reazione,
macchina di elaborazione,
speranza di evoluzione,
spazio aperto che si estende
perché la mente non è un niente.

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La neve

La neve è bello
quanto brutale
quando meno te lo aspetti
lei ti assale.

Ti addormenti con la strada pulita
e al mattino invece
ce n'è da spalare
la mamma ti veste e poi su per la salita.

Ma lei ha anche il suo lato buono:
se ne viene troppa
non c'è scuola
e allora tutti a giocare!

Il suo lato poetico è come scende,
volteggiando meglio d'una foglia
il suo balletto t'incanta,
ti stordisce
mentre viene trasportata
dal vento d'inverno.

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