Nel '900, tanti sono stati gli eventi positivi e negativi: due guerre, il nazifascismo, il comunismo, il gigantesco progresso nel campo della tecnica, della scienza e dell'economia. Tutto ciò ha cambiato radicalmente il modo di essere e di pensare dell'uomo. Maccari che ha vissuto questo tempo esprime, nella sua proficua produzione artistica, la complessità di un' umanità e di un'epoca unica ed irripetibile.
Artista estroso ed incontenibile, sempre con una matita in mano, Maccari poteva
apparire estemporaneo per la facilità con cui sapeva tratteggiare in una vignetta
taluni aspetti dell'attualità mondana e politica, ma in quelle memorabili
figurine coniugava grottesco e tragico.
Il segno del suo tratto e la profondità
interiore che ne scaturiva, quasi abissale se ci si lascia risucchiare dal
vortice inarrestabile che esso genera, derivano da una cultura di solide
fondamenta classiche trascesa nella realtà quotidiana che egli vedeva con un'
ironia amara, pungente, corrosiva e vi rispecchiava una visione dell'esistenza
che neppure l'esperienza dell' età riuscirà ad addolcire.
L'indomabilità di
Maccari si esprime nel "Selvaggio" e poi nel "Mondo" con vignette e taglienti giudizi
sulla "fauna" politica culturale mondana del tempo; però era anche uomo capace di
grandi slanci di generosità umana verso le persone semplici e in stato di bisogno,
come ben ricordano molti cittadini montignosini che ebbero la fortuna di goderne.
Grande esponente della pittura contemporanea, come lo giudicavano Morandi, Brandi,
Shohn e altri, la sua è stata certamente una super produzione e questo pare gli
abbia nuociuto.
Forse è stato ricordato più spesso per le sue vignette, la
sua satira e per la partecipazione a movimenti culturali del '900. Nei suoi quadri
ammiriamo e apprezziamo la splendente stesura dei colori ed una vena che sta tra
satira e malinconia. Non amava parlare del suo lavoro, ma quando lavorava a torso
nudo nella pineta del Cinquale, non si celava a chi voleva osservarlo, come un
antico artigiano si mostrava nell'atto di creare mediante quella camera oscura,
quel laboratorio che è la mente dell' uomo di cui l' unica interprete è la mano.
Era un uomo libero che non ha mai cercato corridoi preferenziali per garantirsi
critiche positive, palcoscenici, mercati. Coloro che lo hanno conosciuto
ricordano la sua eccezionale comunicabilità, la disponibilità all'ascolto,
l' attenzione, il rispetto, la comprensione che aveva nel rapporto con gli altri.
Ha riempito i locali che frequentava sia a Montignoso che a Roma di sue opere
create nell'impulso del momento, o su richiesta di qualche avventore, perchè
amava stupire e godeva del successo e dell'ammirazione che riscuoteva in chi lo
guardava, mentre velocemente tracciava segni su un foglio o su un semplice
biglietto che gli veniva presentato, prodotti dalla sua immaginazione, compiendo
sempre dei piccoli capolavori.
Per chi volesse conoscere di più della vita di questo affascinante esponente dell'arte del '900, consiglio la lettura di Un continuo incontro - Mino Maccari a Montignoso a cura degli Amici della Biblioteca, F. Rossi Editore, 1999
Mino Maccari nasce a Siena nel 1898. Vive a Siena dove si iscrive alla facoltà di giurisprudenza. La guerra lo coglie a metà degli studi universitari e vi prese parte combattendo sul Carso e sul Piave. Si laureò poi in giurisprudenza, ma esercitò poco la professione di avvocato, passando al giornalismo e alla pittura.
Ha partecipato alle mostre più importanti quali Ia Ouadriennale di Roma e la
Biennale di Venezia. Nel 1947, gli fu assegnato a Venezia un premio internazionale
per l'incisione. Fu nominato professore di tecnica dell'incisione all'Accademia
delle Belle Arti di Napoli e successivamente professore all'Accademia di Roma.
Parallelamente all' insegnamento ha prodotto migliaia di disegni. Delle sue opere
e delle sue attività hanno scritto Roberto Longhi, Sciascia, Flaiano, Shahan,
Valerio Zurlini.
Nella sua maturità scelse come sua dimora preferita il Cinquale di Montignoso , dove costruì una casa immersa nel verde. Durante la seconda guerra mondiale Maccari si rifiutò di prendere servizio sotto la Repubblica di Salò e si unì ai partigiani di Montignoso guidati dal maestro Francesco Orlandi e Pietro Del Giudice.
Dopo la guerra iniziò un'intensa collaborazione con disegni
per il settimanale "II Mondo" e illustrò libri di Palazzeschi e Soldati.
La sua formazione artistica è di carattere artigianale (silografie, acqueforti,
punta secca).
Mino Maccari morì a Roma il 16 giugno 1989 nella sua casa di
Via degli Emiliani, il suo corpo riposa nel Cimitero di San Vito a Montignoso.
Ernesta Rappelli