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Il Castello Aghinolfi

Il Castello è ricordato per la prima volta in un atto del 753 nel quale Astolfo, re dei Longobardi, assegna al cognato Anselmo, fondatore dell'Abbazia di Nonantola (MO), un oliveto appartenente alla corte reale di Lucca, posto presso il Castello di Aginulfo. La chiesa di Nonantola sarà rischiarata dalle lampade alimentate dall'olio prodotto dall'oliveto. II documento, ritenuto un falso del sec. XI, avrebbe però contenuti autentici e sarebbe stato redatto per dimostrare l'antichità dei possedimenti dell'Abbazia.

Seguono un altro diploma imperiale, analogo al precedente, redatto nel 758 dal re Desiderio ed una pergamena lucchese del 764 con la quale Homicio del fu Auderami de Castello Achinolfi vende un piccolo pezzo di terra per due soldi d'oro lucchesi. Le fonti scritte tacciono poi per due secoli.

Nel sec. XI si hanno nuove citazioni. A Roncaglia, nel 1055, alla presenza di Enrico II imperatore, il vescovo di Luni Guido ottiene la terza parte del Castello Aghinolfi, situato in prossimità della "Portam que dicitur bertam" (Porta Beltrame).
Nel 1063 Anselmo da Baggio, papa col nome di Alessandro II, concede a livello ai figli di un certo Sigefredo alcuni beni nel contado di Lucca e di Luni, con un atto rogato a "Castello illo qui dicitur Aghinolfi".

La vicinanza con il mare è accentuata dalla presenza dell'importante lago costiero di Porta. La formazione di questo lago avviene nel corso dell' altomedioevo a causa del ritiro della linea di costa con conseguente formazione di una depressione all'interno della fascia pianeggiante. La prima menzione si ha in un atto del 1244, mentre dal XIV secolo compare spesso nei documenti col nome di Lago di Porta Beltrame o più spesso con quello di Perotto, dal nome del feudatario lucchese Perotto di Jacopo dello Strego, che ne era proprietario. In seguito alla definizione dei confini tra Montignoso e Pietrasanta, emanata da Paolo Guinigi nel 1405, il lago restò nel territorio di Pietrasanta.

Il controllo diretto della sottostante via Francigena, stretta in questo tratto fra il monte e il suddetto lago, attribuiscono al Castello un eccezionale ruolo strategico, conteso tra Pisa e Lucca. Nel XII e XIII secolo si susseguono numerose battaglie tra le due città per la conquista della fortificazione. In questo periodo la struttura subisce profonde modificazioni a seguito delle continue demolizioni e ricostruzioni.
Nella prima metà del sec. XII, secondo un cronista pisano, durante un assalto dei Lucchesi alla rocca, viene fatto prigioniero Baldovino, arcivescovo di Pisa e primo cardinale cistercense della storia. E' probabile che in questo periodo sia costruita la grande torre ottagonale, opera difensiva contraddistinta tuttavia anche da elementi residenziali: lo stile, la struttura architettonica, la decorazione a bande bicrome, etc.

Neltardo medioevo il Castello, sia pure in modo discontinuo, rimane sotto Lucca, che considera Montignoso prezioso punto di controllo sul mare. Nel 1378 i Lucchesi subentrano nuovamente ai Pisani nel dominio del territorio e inviano a Castello Aghinolfi una guarnigione comandata da Francesco Guinigi, definito primo castellano.E' probabile che a questo periodo risalgano i rifacimenti della struttura, non ultimo la costruzione della torre a becco di sprone.

Nel 1477 è ricordato il baluardo di San Paolino, torrione cilindrico con ampia scarpa, collegato con una cortina muraria al maschio ottagonale.
Alcuni anni più tardi, nel 1494, la fortezza viene ceduta a Carlo VIII re di Francia; nel documento si citano due torrioni, quello di San Paolino e quello di San Francesco, da identificarsi quest'ultimo nel mastio ottagonale. Un documento del 1570, ricorda la presenza nella fortezza di un mulino a vento, probabilmente la stessa torre del mulino, viene abbassata pochi anni più tardi, nel 1585, quando un fulmine la danneggia gravemente.

Negli anni 1624 e 1625, si eseguono alcuni interventi per risistemare la struttura. Tuttavia lo stato di degrado incalza ed il castellano nel 1628, descrive una situazione di fatiscenza. Tra i vari problemi accennati vi è quello delle infiltrazioni d'acqua : ..."li tetti di rocca sono talmente guasti che quando piove non si può stare in alcuna di quelle stanze, tanto ci piove dentro in tutto".
Attorno alla metà del secolo XVIII, nonostante le richieste dei Montignosini al governo lucchese, la fortezza viene abbandonata, sono asportati gli infissi, le pietre e i mattoni e parte delle mura è distrutta.

Nel 1945 si ha una nuova occupazione militare della fortezza. Durante la seconda guerra mondiale il castello diventa il principale caposaldo nazista della Linea Gotica e, a seguito di un'epica battaglia, costata numerose vite umane, viene conquistato dagli Americani. Durante la guerra, secondo copione secolare, la struttura è devastata e ridotta allo stato di rudere. Ancora una volta, nella sua storia, il castello viene recuperato, ma per fini espositivi e non militari.

Nel 1997 il Comune di Montignoso, l'Unione Europea, La Regione Toscana, la Provincia di Massa Carrara, la Cassa di Risparmio di Lucca e la Ditta Campolonghi International, hanno dato inizio al progetto di restauro i cui lavori sono stati avviati nell'ottobre del 1998 e ancora in corso.

Ernesta Rappelli